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Territorio

Geografia e Morfologia

il territorio valsesiano

La Valsesia si trova in Piemonte, incastonata tra le vette delle Alpi Pennine. La valle si origina nel versante meridionale del Monte Rosa e si snoda fino alle prime pianure nell’area di Romagnano seguendo il corso del fiume Sesia.

Confina a nord con la Valle Anzasca, a ovest con la Val di Gressoney e il biellese, a est con la Val Strona e il bacino del lago d’Orta, a Sud con il novarese. La valle assume una peculiare forma a “S” sdraiata e si caratterizza per una variegata increspatura montana e valliva disegnata dai ghiacci e dall’erosione nel corso di milioni di anni.

A livello amministrativo la Valsesia si trova in provincia di Vercelli ma sotto la diocesi di Novara.

Valsesia

Racchiusa tra le vette delle Alpi Pennine e conosciuta anche come “valle più verde d’Italia”, la Valsesia (VC) è dominata dal Monte Rosa, sul quale sorge la celeberrima Capanna Margherita (4.554 metri). Segui il nostro canale YouTube per restare aggiornato con i più bei video della Valsesia.

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La Valsesia

Un territorio variegato

La valle si origina nel versante meridionale del Monte Rosa e segue il corso del fiume Sesia.

Clima
Clima variabile in base all'altitudine

Il clima può variare molto in relazione all’altitudine. Una delle condizioni più note è l’abbondanza delle precipitazioni. La zona inferiore della valle è umida e piovosa e le precipitazioni annue possono aggirarsi intorno ai 2.000 mm mentre, nell’area alta del territorio, il fenomeno tende a diminuire e ad attestarsi intorno a 1.200 mm annui.

L’altimetria montana favorisce un buon innevamento, solitamente più abbondante nel mese di gennaio. I valori termici possono essere estremi: in inverno si rilevano temperature molto basse (anche inferiori ai -10 °C) mentre l’estate è gradevole e può risultare calda e afosa. Costituiscono dei chiari fattori di condizionamento climatico il Monte Rosa e il fiume Sesia.

Il Fiume Sesia
Uno dei fiumi più lunghi del Piemonte

Invalsesia Balmuccia fiume SesiaConosciuto sin dai tempi dei Romani, che lo chiamavano Sessites o Sessis, il fiume Sesia è uno dei più lunghi della Regione Piemonte con i suoi 140 chilometri di lunghezza. Nasce nel ghiacciaio del Monte Rosa, a circa 2.500 metri, ed è un affluente del fiume Po (località Frassineto). Ha un regime nettamente torrentizio.

Riceve, dal lato sinistro, le acque dei torrenti Sermenza, Mastallone, Pascone e Strona; e, dal lato destro, quelle dei torrenti Otro, Vogna, Artogna, Sorba, Sessera. I torrenti affluenti, a loro volta, conferiscono il nome alle vallate che attraversano.

Sono molto sviluppati gli sport acquatici e la pesca sportiva. L’ittiofauna è composta, prevalentemente, dalla trota iridea, dalla trota fario, dal salmerino, dalla trota marmorata e dal temolo nella parte più alta del fiume; mentre nel corso del tratto di pianura sono più numerosi i ciprinidi.

 

Geologia
Il Supervulcano della Valsesia

Una delle caratteristiche del territorio più discusse negli ultimi anni è quella relativa alla presenza di rocce vulcaniche, di cui si conosceva l’esistenza da almeno un secolo. L’argomento ha ripreso vigore dopo un trentennale studio condotto da Silvano Sinigoi, professore di Petrografia all’Università di Trieste, e da James Quick, prorettore della Southern Methodist University di Dallas (USA). Grazie ai rilevamenti è stato possibile ricostruire la storia della presenza di un grande vulcano “a cratere”, ormai fossile, che in alcune zone della valle mostra le sue componenti più profonde. Sembra che tra 60 e 30 milioni di anni fa gli stessi processi che hanno portato alla formazione delle Alpi abbiano sollevato e ruotato una parte di crosta terrestre in cui si trovava il vulcano (corrispondente, grosso modo, all’area in cui si estende la Valsesia, la Valsessera e il lago Maggiore) facendolo esplodere e mettendone in evidenza il sistema di alimentazione, profondo circa 30 chilometri. Oggi è possibile recarsi su alcuni siti di affioramento e, osservando la conformazione della valle seguendo il fiume Sesia, si può approfondire l’evoluzione di questo importante fenomeno.

Montagne
Il Monte Rosa e le altre vette

L’entità montana di riferimento è costituita dal Massiccio del Monte Rosa (suddiviso in Contrafforti valdostani e valsesiani) oltre a:

  • Costiera del Corno Bianco
  • Costiera Punta Grober-Tagliaferro-Montevecchio
  • Sottogruppo della Punta Grober
  • Costiera del Monte Tagliaferro
  • Contrafforte Piglimò-Tagliaferro
  • Contrafforte Montevecchio-Quarazzola-Capezzone
  • Contrafforte della Cima Lampone
  • Contrafforte della Cima Colmetta

Le vette principali sono:

  • Punta Gnifetti – 4.554 m – nel massiccio del Monte Rosa
  • Punta Parrot – 4.432 m – nel massiccio del Monte Rosa
  • Ludwigshöhe – 4.342 m – nel massiccio del Monte Rosa
  • Corno Nero – 4.322 m – nel massiccio del Monte Rosa
  • Piramide Vincent – 4.215 m – nel massiccio del Monte Rosa
  • Punta Giordani – 4.046 m – nel massiccio del Monte Rosa
  • Punta Grober – 3.497 m – nel massiccio del Monte Rosa
  • Corno Bianco – 3.320 m – nei Contrafforti valsesiani del Monte Rosa
  • Monte Tagliaferro – 2.964 m – nei Contrafforti valsesiani del Monte Rosa
  • Cima Carnera – 2.741 m – nei Contrafforti valsesiani del Monte Rosa

Flora
Brevi cenni sulla vegetazione valsesiana

Invalsesia Panorama aereo sul Monte Rosa dall'Alpe PileLa vegetazione valsesiana è quella tipica delle aree alpine e subalpine. Per via dell’esposizione dei versanti, delle altimetrie e di abbondante presenza di corsi d’acqua sono presenti una gran varietà di piante ed essenze arboree.

Tra i villaggi delle quote più elevate, magari vicino a baite o abbeveratoi, non è raro osservare ortiche, menta, timo, trifoglio, spinaci selvatici e rabarbaro alpino. Alle quote più alte si trovano popolazioni di muschi e licheni, qualche formazione vegetale pioniera, oltre a anemoni, achillea, carice curva nei pascoli. Fra gli arbusti ci sono molti esemplari di ontano verde e larice; quest’ultimo crea boschi fitti in aree come la Valvogna, Alagna e Carcoforo. Non sono rari cespuglieti di mirtillo e rododendro.

Ancora più esteso è il bosco misto di faggio e abete bianco in tutta l’area mediana della valle; tra gli arbusti diffusi nei boschi si trovano facilmente ginepro, sambuco, nocciolo, sanguinella mentre, nell’area più bassa (zona Monte Fenera) sono molto diffusi il castagno, il frassino, il rovere, l’acero, il pioppo tremolo, il ciliegio selvatico, il sorbo montano etc. Tra le piante erbacee alcune specie rare di Daphne alpina, mezereum, iris graminea, felce florida, si affiancano ai più comuni elleboro, croco, polmonaria, campanellino.

Fauna
Brevi cenni sulla fauna valsesiana

Anche la Fauna è quella caratteristica delle vallate alpine: camosci, caprioli, marmotte, ermellini, volpi, martore, donnole, lepri variabili, scoiattoli etc. A differenza di quanto si crede comunemente, lo stambecco è stato introdotto in Valsesia a metà degli anni ’70 e ora si rintraccia soprattutto nell’area di Alagna, Rima e Carcoforo.

Nell’avifauna spicca l’aquila reale, seguita dalla poiana (Buteo buteo Linnaeus), dal falco (pellegrino, pecchiaiolo), dal nibbio bruno e dal biancone, e ancora pernice bianca, coturnice, gheppio e gallo forcello.
Nelle aree boschive particolarmente datate si possono trovare anche il picchio (rosso, rampighino, muratore), il ghiro, la martora. Una menzione a parte merita la cicogna nera: certamente presente sul territorio nelle epoche passate, se ne erano perse del tutto le tracce finchè, nel 1994, è stato rinvenuto un nido all’interno del Parco del Fenera.

I rettili più comuni sono la salamandra, il biacco, la vipera e il ramarro.

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