Valduggia
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Aprile - Festa patronale San Giorgio

Territorio
La tradizione vuole che il toponimo derivi dal nome più antico del paese, Uggia, oppure dalla dicitura latina, peraltro incerta, Vallis Uzia – “valle ombrosa”. Il nome appare per la prima volta nel 108 tra i territori del pagus vercellensis sotto la dominazione di Traiano (le “tavole alimentari”). L’antichità dell’insediamento è testimoniata anche nella miriade di frazioni posizionate tra le vallate (Arva, Arlezze, Bertagnina, Campiano, Cantone, Castagnola, Cereto, Cerianelli, Colma, Crabbia, Fronto, Lebbia, Maretti, Molino, Medana, Rastelli, Oraldo, Orbruncio, Orlonghetto, Orcarale, Orsanvenzo, Pelliccione, Ponte Sales, Rasco, Rascehtto, Rastiglione, Romagnasco, San Bernardo, Sella, Seula, Soliva, Sorzano, Strona, Valpiana, Zuccaro) e organizzate secondo un intenso ma equilibrato sfruttamento dell’ambiente da parte dell’uomo nel corso dei secoli, oggi praticamente scomparso.
Arte e cultura
Valduggia è sinonimo di operosità legata, soprattutto, allo sfruttamento dei corsi d’acqua come il torrente Strona e delle materie prime reperibili sul territorio. Erano molto diffuse cartiere (dette “folle”), concerie, fonderie. La “Storica fonderia di Campane Mazzola” né è forse l’esempio più importante: già documentata nel corso del Quattrocento, gode di continuità lavorativa fino al 2010. Risalgono al 1475 le campane più antiche: una è ancora visibile nella chiesa di Zuccaro, l’altra a Luzzogno (VCO), entrambe contrassegnate dalla “M” impressa sul fianco, iniziale del cognome della famiglia Mazzola, la cui genealogia appare certa almeno dal 1536. La fonderia, nei lunghi secoli di lavoro, ha fornito concerti di campane in tutta Italia, in Europa e oltre oceano; le campane si sono sempre distinte per l’alta qualità dell’accordo musicale, dell’intonazione e della vibrazione acustica oltre che per la bellezza estetica.
Nel centro storico, accanto alla chiesa parrocchiale di san Giorgio, si ammira la facciata del Palazzo comunale, un elegante edificio medievale che ospitava il Pretorio. Vi sono dipinti tre stemmi: lo scudo dei Savoia, l’emblema della Valsesia e lo stemma del casato dei Pralormo, il conte inviato in Valsesia da Vittorio Amedeo II per raccogliere il giuramento di fedeltà nel 1707.
La piazza sulla quale si trovano la chiesa parrocchiale e il Palazzo comunale è dedicata a Gaudenzio Ferrari: infatti, gli studiosi tendono ad affermare che sia Valduggia ad aver dato i natali al grande artista rinascimentale (ca. 1476 – Milano, 1546). I documenti citano il padre, Antonio Lanfranco o Franchino, alternativamente come pittore e come architetto; la madre pare appartenesse all'importante casato dei Vinzio, in seguito diramatasi a Grignasco. Esiste grande incertezza, invece, per quanto riguarda la casa natale di Gaudenzio, poiché la tradizione raccoglie la presenza della famiglia in diversi edifici e risulta, dunque, non proprio semplice affermare con certezza che si tratti dell’elegante palazzo in centro storico, a pochi passi dalla chiesa di san Giorgio. Accanto alla stessa chiesa si può osservare il Monumento dedicato proprio all'insigne artista realizzato nell'Ottocento da Giosuè Argenti.
Alcuni documenti e alcuni storici affermano che sul crocicchio delle vie che congiungono Valduggia a Orlonghetto e altre località come Romagnasco e Zuccaro oltre che a Cellio fosse presente, fino agli inizi dell’Ottocento, una torre fortificata medievale appartenuta dapprima ai Biandrate, poi a Barbavara e al ducato di Milano e che, prima di crollare a causa di incuria e antichità, fosse utilizzata come dazio
Valduggia è decisamente ricca di edifici religiosi di particolare pregio storico e artistico.
La chiesa parrocchiale di san Giorgio, già di origine romanica, fu ampliata e rimaneggiata tra il Quattrocento e il Cinquecento. Tra le opere custodite vi sono una Natività di Gaudenzio Ferrari, un polittico dipinto e scolpito nel 1564 da Bernardino Lanino, allievo e prosecutore di Gaudenzio, e l'Addolorata di Pier Francesco Mazzucchelli, detto il Morazzone. Sul fianco sinistro si trova la cappella ossario risalente al Settecento. Appena dietro la chiesa e il Monumento a Gaudenzio Ferrari si nota l’oratorio di San Rocco, dedicato al protettore dalle pestilenze di uomini e greggi. Costruito come ringraziamento di salvezza al termine di una terribile epidemia che falcidiò la zona verso il 1526, è un sito molto interessante anzitutto per la sua collocazione, all'ingresso dell’abitato, e per i lacerti di affreschi che vi si conservano, risalenti al Cinquecento. Tra le immagini meglio conservate si distinguono le figure di Sant'Orso e San Crispino, quest'ultimo intento a tagliare del cuoio; e alcune “grottesche” sulla volta, uno dei motivi per cui la tradizione vorrebbe attribuire l’esecuzione delle decorazioni allo stesso Gaudenzio Ferrari o al suo allievo Bernardino Lanino. Ad Invozio si trova la seconda chiesa parrocchiale del paese, dedicata a santa Maria Assunta. La chiesa attuale, settecentesca (ca. 1720-30), sorge sull'area nella quale anticamente era presente un oratorio dedicato a san Pietro Martire (XV secolo). Nel 1696 si divise dalla parrocchia di san Giorgio per divenire autonoma. L’oratorio dei santi Carlo e Caterina (1616) conchiude il centro storico e custodisce alcune opere interessanti: la maggiore è certamente l'ancona lignea dell’altare maggiore attribuita a Gaudenzio Bonino (1628-30) con la tavola dipinta da Francesco Ferrari di Valduggia al centro (Vergine in trono tra angeli i santi Carlo e Caterina) e l’indoratura approntata da Paolo Rossi di Arona (1648); nella tazza del portico si può osservare san Carlo portato in cielo dagli angeli, affresco realizzato nel Seicento dal noto artista varesotto Morazzone.
Il ponte “della Barciuja” si fa ammirare da un elegante scorcio proprio sul retro dell’oratorio di san Rocco: si tratta di un ponte in pietra, probabilmente d’età medievale (ca. XIII – XIV secolo), leggermente a “schiena d’asino”, a due luci, con un robusto pilastro nel mezzo che cavalca il corso dello Strona.
Anche le frazioni di Valduggia sono adorne di pregevoli edifici religiosi ricche di opere d’arte. Il caso più celebre è la chiesa parrocchiale dei santi Andrea e Gaudenzio, in frazione Zuccaro (un tempo comune autonomo), è una delle chiese più maestose e ricche di arredi del territorio tale da meritare, da sola, di raggiungere la zona per una visita. Le origini risalgono ad una cappella del 1050 che, in seguito, fu incorporata in un oratorio quattrocentesco prima di essere abbellita esternamente. E' ancora visibile, anche se molto rovinato, il Giudizio Universale affrescato da Giulio Cesare Luini sopra la porta di ingresso e, all'interno, si trovano splendidi altari seicenteschi in legno scolpito, dorato e dipinto e affreschi tardo cinquecenteschi e seicenteschi.
Sport
Nel territorio di Valduggia si trovano alcuni sentieri che offrono la possibilità di fare gradevoli passeggiate e trekking. Tra i più frequentati l’ascesa verso il Monte Fenera.
Curiosità
Durante il periodo medievale Valduggia è stata la sede della Corte inferiore della Universitas Vallis Siccidae: la Valsesia, infatti, era divisa in due macro-aree amministrative e aveva due capitali, Varallo e Valduggia dette, rispettivamente, “Corte superiore” e “Corte inferiore”. Gli Statuti di Valduggia furono redatti sul finire del XII secolo e approvati da Gian Galeazzo Visconti il 20 marzo 1387, in seguito riuniti e stampati a Milano nel 1646.
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Da non perdere
Si tratta di una parrocchia molto antica costruita in stile romanico lombardo e che, nei primi secoli della sua storia, era unita a quella di Borgosesia
LA FABBRICA DI CAMPANE
La fabbrica valduggese, nei secoli, ha prodotto migliaia di campane per chiese italiane ed estere: le campane dei Mazzola, una volta costruite, venivano portate a Genova e spedite all'estero, principalmente nelle Americhe, via nave
CHIESA DEI SANTI ANDREA E GAUDENZIO, ZUCCARO
Sorge tra Zuccaro e Orsanvenzo, in un pianoro soleggiato e panoramico, una delle chiese più interessanti del territorio