Santuario della Madonna delle Grazie di Rima
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Approfondimento
Il piccolo Santuario della Madonna delle Grazie di Rima sorge un po' isolato rispetto al paese, in una località detta "del prato". Le prime notizie documentarie risalgono al 1480: si nomina un cappella privata fatta costruire da Giovanni De Janni che la dotò di arredi e di denari per far svolgere le funzioni. Studi recenti hanno stabilito che la cappella doveva essere senza abside e con un piccolo altare in muratura. Alla morte del De Janni (1512) la cappella passò in eredità alla moglie, Antonia Ragozzi e, successivamente, all'interno del santuario venne posto il sepolcro di questa famiglia. Nel corso del Seicento la primitiva cappella venne ampliata con l'aggiunta del portico, l'innalzamento di una navata coperta con volta e iniziò a divenire cara alla devozione popolare per il fatto di conservare una bella scultura lignea della Vergine, risalente al Quattrocento. Nel 1688 fu atterrata l'antica cappella per costruire il nuovo coro. Di essa sopravvisse solamente una piccola porzione degli affreschi che erano stati eseguiti dalla bottega dei De Campo entro il 1481. Il piccolo affresco superstite rappresenta l'Incoronazione della Vergine.
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La nuova campagna pittorica che si sviluppò nel corso del Settecento vide all'opera la bottega di Antonio Orgiazzi che dipinse, in particolare, la Gloria della Trinità nella volta del presbiterio, due ovali raffiguranti Mosè e il roveto ardente e La scala di Giacobbe e la "Circoncisione di Gesù" nella parete sinistra del presbiterio, dove si trova anche una Adorazione dei Magi di ignoto autore. Nella volta della navata si trovano due riquadri in stucco che incorniciano la Vergine Assunta e la Madonna della Misericordia. Negli ovali laterali: Davide con la testa di Golia, Giuditta con la testa di Oloferne, la Samaritana al pozzo e Ester al cospetto di Assuero (bottega di Giovanni Antonio Orgiazzi).
In navata si trovano anche due stazioni della Via Crucis realizzate da Lorenzo Peracino di Cellio. L'opera più rilevante è il grande altare ligneo che campeggia sopra l'altare maggiore. Esso venne realizzato in stile pienamente barocco dai fratelli Giavina di Rima verso il 1688, anno nel quale venne compiuto il coro attuale. L'altare, un tempo ancora più ricco di statue e angeli rubati tra il 1975 e il 1976, incornicia il piccolo affresco quattrocentesco dell'Incoronazione della Vergine. Nel 1742 venne aggiunta, sul fianco destro del coro, la cappella della Vergine Addolorata, la sacrestia e l'ossario. La cappella della Vergine Addolorata fu affrescata negli anni '70 del Settecento da Lorenzo Peracino di Cellio: sull'altare eseguì la Deposizione dalla croce mentre, nella volta, la Gloria degli strumenti della Passione. Nei pennacchi della volta, infine, si trovano le immagini dei quattro Evangelisti. Notevole il coro ligneo intarsiato. Il campaniletto esterno fu aggiunto nel 1830. In facciata si osserva l'immagine della Vergine con il Bambino affrescata dall'Orgiazzi nel 1760. Nella cappellina dell'ossario è proposta l'immagine del Giudizio Universale.