Sabbia
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Approfondimento
Superato il rinomato Ponte della Gula si guadagna facilmente la strada per Sabbia. L’area si caratterizza per la presenza di un fitto bosco misto che lascia intravedere le numerose e piccole frazioni che caratterizzano il lato orografico sinistro del territorio, seguendo la Valsabbiola: Erbareti, Piana, Canepale, Montata, Massera, Molindelina, Salaro superiore e inferiore, Crosi, Cortaccio, Gabbio, Prà dell’Oro e Costabella – tutti nomi evocativi di una storia e di una cultura secolari. Sabbia, invece, sorge in un pianoro rialzato e baciato dal sole. Un elemento ambientale di interesse storico è costituito dal Bosco dell'Impero: piantato nel 1929 è divenuto in breve tempo una ricca riserva forestale ed è raggiungibile dopo aver attraversato il ponte sul torrente Saccora. Variegata la rete sentieristica, in parte condivisa con il comune di Cravagliana (come, ad esempio, il sentiero verso il santuario della Madonna del Tizzone). Sviluppata anche la pesca nel torrente Sabbiola. L'antropizzazione di questa area risale, certamente, a tempi remoti. Prova ne è il rinvenimento, nel centro del paese, di un'antica pietra recante incisioni a coppelle, utilizzate per celebrare riti precristiani. Accogliente e ricca di opere d'arte è la seicentesca chiesa di San Giovanni Battista. Linee semplici ed eleganti coronano le vetrate e i marmi policromi adiacenti agli affreschi novecenteschi eseguiti da G. Braziano. Passeggiando tra le viuzze del paese sono degni di nota l'elegante casa di San Giovanni, costruita interamente in pietra e risalente al '500 ma della quale non si conosce nulla - se non che venne utilizzata, un tempo, come falegnameria e ricovero per gli animali; e, nella porzione centrale del paese, l'oratorio di Santa Marta, contraddistinto da un grazioso campanile triangolare. Lasciato l'abitato, in frazione Cortaccio si trova il santuario della Madonna del Rovaccio, edificato nel XVI secolo a seguito di un avvenimento miracoloso. Questa zona venne funestata, nel corso dei secoli, da spaventosi incendi (uno dei peggiori fu quello che distrusse buona parte di Erbareti, nel 1904), dei quali parlano con dovizia di particolari le cronache. Dalle stesse cronache emerge anche il forte senso di solidarietà espresso dalle comunità limitrofe verso gli abitanti della Valsabbiola.