Quarona
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metri - Altezza
Giugno - Festa patronale

Territorio
La topografia di Quarona si caratterizza per un’area pianeggiante, che si estende sulla sinistra del fiume Sesia, e per una zona collinare che risale verso le montagne e gli alpeggi sul lato destro del fiume, per un’altitudine variabile tra i 406 e i 791 metri (monte Tucri). Il centro abitato è attraversato dal torrente Cavaglia.
Nata come borgo rurale, l'economia di Quarona sarà prevalentemente agricola fino alla fine dell’Ottocento. Gli abitanti gestivano pascoli e boschi oltre a mulini idraulici, torchi, fucine, vasche per la canapa. L’attraversamento del fiume Sesia era garantito dal “servizio barca”: nel territorio di Doccio si trova ancora la denominazione di “via della barca”. Nel 1807 Quarona venne suddivisa in sette frazioni: Quarona, Vico, Duomo, Cavaglia sotto, Morondo di Cavaglia, Valmaggiore sopra e Valmaggiore sotto. Una delle porzioni di territorio più caratteristiche è costituita dalla frazione di Doccio.
Arte e cultura
Il toponimo cui si fa risalire la parola "Quarona" indica l’antichità del luogo, abitato probabilmente da tribù celtiche o preromane e poi romane a partire dal II secolo come testimoniano i rinvenimenti archeologici della casa fortificata a pianta quadrata che si trasformerà, in seguito, nella chiesa di san Giovanni al Monte. Il primo documento che attesti l’esistenza di Quarona risale però al 1070 e si tratta della trascrizione dei territori acquistati dal Conte Guido di Biandrate. Riappare poi, come la maggior parte delle località valsesiane, all’interno del giuramento di Vercelli del 1217. Risale invece al 1227 il primo Statuto d'Autonomia, un insieme di leggi approvate dal Podestà.
Tra i monumenti più rilevanti si trovano la chiesa di san Giovanni al Monte, evoluzione medievale e, successivamente, tardo quattrocentesca di un’antica casa a pianta quadrata di epoca romana; la chiesa parrocchiale di sant’Antonio abate e i santuari dedicati alla Beata Panacea (la chiesa della “Beata al Monte” e “Beata al Piano”). La ricorrenza della Beata si celebra ogni anno nel mese di maggio. Una delle tradizioni più longeve è il pellegrinaggio a piedi verso Ghemme, paese natale della madre della Beata, in cui Panacea è sepolta all'interno della maestosa chiesa parrocchiale progettata dall’architetto Alessandro Antonelli.
Fanno da corollario alle bellezze del paese svariati oratori e chiese frazionali ben tenuti e arredati come, ad esempio: la chiesa cinquecentesca di santa Marta (rione Cavaglia), ingrandita nel corso del Seicento e adorna di uno splendido altare maggiore sovrastato da un’ancona lignea dorata e dipinta con la statua della Madonna del Gonfalone; la chiesa di san Rocco (rione Duomo) già eretta nel Cinquecento e ampliata nel Settecento; le due chiese di Valmaggiore (sant’Andrea e san Gottardo); e gli oratori “delle tre Cavaglie”.
Su Corso Rolandi, che scorre nel mezzo di Quarona, si trova l’omonima villa Rolandi, appartenuta ad una illustre famiglia della quale il più noto rappresentante è Pietro Rolandi (1801 – Napoli 1863). Chiamato affettuosamente “Pidrin da Londra” dai suoi compaesani, Pietro fu un grande benefattore e un colto viaggiatore. Si stabilì a Londra dove aprì un casa editrice e libreria nella quale solevano ritrovarsi i più importanti esuli politici italiani (Giuseppe Mazzini, Santorre di Santarosa, Ugo Foscolo etc.). Il suo contributo alla diffusione della cultura fu notevole, così come quello alla realizzazione dell’Unità d’Italia. La villa è oggi del Comune, sede della biblioteca e di varie associazioni.
La fontana che si trova accanto alla villa è una delle più importanti realizzate sul territorio urbano: risale al 1861, è annessa all’acquedotto, e fu finanziata da Pietro Rolandi per consentire un comodo e più igienico utilizzo delle acque da parte di uomini e bestiame. All’incrocio con via Giovanni Lancia si nota il lungo stabile dove, per tradizione, si trova ancora la stanzina nella quale nacque la Beata, al secolo Panacea Muzio (1368).
La storia di Quarona è scandita, dalla fine dell’Ottocento, dalla presenza di diverse aziende dedite alla lavorazione delle lane e dei metalli: il Lanificio Quarona, la ditta Zignone, il Lanificio Loro Piana; la Cartiera Italiana; la fabbrica d’argenteria Gallarotti, le tornerie e fonderie Rolandi e Ferri; una cava di granito, con relativi laboratori e teleferiche, di Olinto Barone. Si tratta di una quantità impressionante di realtà industriali, considerata la relativa estensione del territorio, che seguirono varie ed alterne evoluzioni commerciali ed amministrative con il decorrere del XX secolo.
Sport
Gli amanti del trekking non possono che mettersi in marcia: l’area quaronese offre un nutrito numero di passeggiate come, ad esempio, verso le frazioni (Cavaglia, Valmaggiore), il lago di sant’Agostino (fraz. Roccapietra di Varallo) con un bel sentiero a mezza costa sul monte Tucri, e ancora verso il monte Briasco o il monte di san Grato e addirittura verso il lago d’Orta; gran parte degli itinerari possono essere percorsi anche in mountain-bike. In paese si trova un’area sportiva attrezzata dove praticare varie discipline come calcio, pallavolo, tennis.
Curiosità
Scopri di più

Da non perdere
Nel V secolo viene costruito un battistero e, verso il XII secolo, nasce la prima chiesa che verrà rimaneggiata fino al XVI secolo. Il luogo ha restituito una serie di testimonianze riferibili già all’età romana (ca. II secolo)
I SANTUARI DELLA BEATA PANACEA
Sono due: il Santuario della Beata Panacea "al Piano", che si trova nel centro abitato di Quarona, a poca distanza dalla stazione ferroviaria e il Santuario della Beata Panacea "al Monte" che si trova sul monte Tucri, a poca distanza dalla chiesa di san Giovanni
DOCCIO E LE SUE FRAZIONI
Doccio rappresenta un’interessante testimonianza di borgo medievale: passeggiando lungo l’unica e stretta viuzza che attraversa senza soluzione di continuità il borgo si notano basamenti e murature in ciottoli di fiume sistemate “a lisca di pesce”, corti interne, un forno, i lavatoi...