Il personaggio: Giuseppe Mazzola
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Approfondimento
Giuseppe Mazzola (1748 – 1838) era soprannominato, già dai contemporanei, “Gaudenzio redivivo”, in relazione alla sua fiorente e riconosciuta attività di pittore.
Nato ad Invozio in seno alla nota famiglia di fabbri campanari (Giovanni Battista e Angela Bocciolone), compì i primi studi grazie al fortunato incontro con Giovanni Battista Cantalupi, affermato artista ortese che, negli anni sessanta del Settecento, era impegnato nell'affrescatura della chiesa parrocchiale di Santa Maria di Invozio. Il Cantalupi divenne suo maestro e portò il giovane Giuseppe con sé a Miasino, nella sua bottega. In un secondo momento (1768) Giuseppe fece rientro in Valsesia per proseguire gli studi nella Scuola di Disegno di Varallo. L’anno seguente ha la possibilità di trasferirsi a Milano nella bottega di Martin Knoller per poi essere a Parma nel 1770 per studiare all’Accademia di Belle Arti.
Il trasferimento a Torino nel 1774 segna la svolta: Giuseppe conosce il Conte di Favria che lo introduce in casa Savoia, per i quali dipingerà alcuni soggetti e, in seguito, diventerà il ritrattista ufficiale della famiglia reale.
In breve tempo si affermò con una carriera folgorante, muovendosi agevolmente tra le committenze di Torino e Milano, e, nonostante nel 1804 gli venga amputata la mano destra a seguito di un incidente, il pittore continuò l’attività con la mano sinistra. La notorietà fu tale da non passare inosservata anche a Napoleone e, attraverso il viceré Eugenio di Beauharnais, diventerà insegnante all’Accademia di Brera e conservatore della Pinacoteca (1805). L’artista è commemorato in un busto posto al di sotto del portico del palazzo comunale di Valduggia e anche nel palazzo di Brera, a Milano, dove morì nel 1838.