Il personaggio di Mollia: famiglia Belli
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Approfondimento
La Famiglia
La storia del casato dei Belli viene ricondotta, generalmente, al primo grande rappresentate di spicco, Pietro Giacomo (1736 – 1807) fondatore della grande casa patronale, dell’oratorio e delle scuole di frazione Casacce. I documenti in nostro possesso raccontano di una personalità attiva che iniziò la sua scalata verso il notabilato sociale grazie al lavoro nelle miniere della Valle Anzasca. Dopo un primo periodo di insuccessi arrivò la scoperta di un filone aurifero. Attraverso i documenti relativi ai beni di famiglia e quelli relativi all'istituzione del patronato scolastico oggi possiamo risalire ad alcune vicende e alla cronologia di alcuni membri della famiglia. É una storia molto ricca e che si intreccia in modo imprescindibile con membri e fatti della comunità molliese, in uno spaccato di secolo caratterizzato dalla spartizione territoriale voluto da Napoleone.
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La Casa
Impossibile non notarla: dalla strada provinciale 299 si nota per le belle decorazioni pittoriche. Casa Belli è, probabilmente, l'edificio più interessante dal punto di vista storico ed estetico. Si trova in frazione Casacce, raggiungibile seguendo la strada in direzione Alagna. Fu edificata entro il 1786 e conserva ancora, al suo interno, gli infissi originari e la scansione dei locali, alcuni finemente decorati: la cantina, la cucina con un grande camino in pietra, il soggiorno, lo studiolo, le camere da letto, il granaio mansardato e scandito dalla lobbia, oltre ad un ampio cortile interno comunicante con altri vani.
La particolarità della struttura è però quella di ospitare, al piano terreno, un vano adibito a Schola pubblica. Il ritratto del benefattore, Pietro Giacomo Belli, campeggia davanti ai banchi in legno che hanno accolto tante generazioni di piccoli studenti. La scuola pubblica era stata fondata da Pietro Giacomo nel 1802 “volendo egli consacrare alla pubblica utilità una parte di quel patrimonio che acquistò cò propri sudori e coll’esercizio della mineralogia (…) determina d’erigere e fondare e dottare una scuola perpetua di pubblica istruzione a vantaggio benefico degli abitanti”. Per raggiungere il suo obiettivo, Pietro Giacomo decise di istituire anche un patronato perpetuo da tramandarsi sulla linea di discendenza del fratello, Giacomo Maurizio, dal momento che lui non aveva eredi. I reggitori appartenenti alla famiglia sarebbero diventati a loro volta maestri della scuola e avrebbero così garantito lo svolgimento continuativo dell’istituzione. La scuola venne regolata puntigliosamente e le prescrizioni si possono ancora leggere in alcuni registri, decurie o documenti molto interessanti – in particolare uno, forse di poco posteriore al 1860, dove si trovano delle descrizioni relative alle iscrizioni, alle frequenze o alla stanza della scuola; inoltre si possiedono testi di valutazione degli alunni o corrispondenze con i fornitori, ad esempio, di libri.
Poco dopo Pietro Giacomo decise anche per l'istituzione di una Scuola di Disegno. Le lezioni iniziarono nel 1828 e fu amministrata, tra gli altri, da Luigi Belli, eccezionale scultore apprezzato a livello nazionale. La scuola possedeva ricchi repertori decorativi e modelli grazie ai quali gli allievi imparavano i mestieri divenuti classici per gli artisti migranti del tempo (gessatore, scagliolista, decoratore ecc…) durante il periodo invernale. Una volta pronti, si sarebbero affiancati agli adulti già esperti e avviati, in particolare, nei territori della Savoia e della Svizzera.
La vicenda legata all’evoluzione della scuola del disegno apre scenari interessanti e ancora attuali ai fini dell’approfondimento della storia locale. Soprattutto, si inserisce nell'epopea delle scuole d’arte che nacquero in gran numero in molti paesi valsesiani a partire da quella fondata, prima di altre, a Varallo nei locali dell’attuale Pinacoteca (1774): possiamo affermare, infatti, che proprio di Arte si viveva in Valsesia.