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Approfondimento

Nella piazza principale di Varallo, intitolata al re Vittorio Emanuele II, lo sguardo viene attirato dalla maestosa Collegiata di San Gaudenzio.
La chiesa è considerata uno dei simboli della città e la domina dall'alto di un promontorio roccioso. Dedicata al primo vescovo di Novara, fu edificata sul luogo di un antico culto pagano. La prima chiesa è documentata in un documento del 1248 nel quale si fa menzione di un portico che circonda l'edificio. Di quel periodo rimane una parte del campanile romanico, decorato con archetti pensili; mentre, all'interno, è sopravvissuta una porzione di un affresco quattrocentesco raffigurante la Vergine del latte. La chiesa inizia a subire una serie di rimaneggiamenti e ampliamenti a partire dal Cinquecento. Nel corso di tutto il Settecento la chiesa si trasforma in un vero e proprio cantiere per volontà del prevosto, il fobellese Benedetto Ludovico Giacobini, che resse la parrocchia a partire dal 1705. In quel periodo tutto il complesso è oggetto di interventi importanti che interessano sia l'esterno che la decorazione interna.
All'esterno l'elemento architettonico più evidente è l'elegante portico che circonda la chiesa, ritmato da 28 archi sorretti da colonnine slanciate. L’interno della Collegiata, alla quale si accede da un maestoso portale in pietra decorato, è a navata unica con otto cappelle laterali e una profonda abside. Tra le cappelle, la terza sul lato destro va ricordata perché dedicata a san Giuseppe e alla Vergine Incoronata. Cinta da un cancello in ferro e dotata di un abside molto ampio, conserva al centro un pregevole altare marmoreo risalente al 1720-23, opera dei fratelli Carlo Gerolamo e Giuseppe Argenti di Veggiù modellata su un progetto dell’architetto varallese Giovanni Battista Morondi. Dentro una nicchia è collocata la statua lignea della Madonna Incoronata, voluta dai varallesi nel 1633 come voto per essere stati salvati dalla peste. Da allora l'effige della Madonna viene portata in processione tra le vie del centro dalle Confraternite cittadine nel giorno del lunedì dopo la Pentecoste.
Nel presbiterio della Collegiata sono conservate le opere pittoriche più significative: nella parete di fondo della conca absidale troneggia un polittico di Gaudenzio Ferrari (1517-20) formato da 6 tavole raffiguranti la Madonna con Bambino, santa Caterina e san Giuseppe, san Pietro, san Gaudenzio, la Pietà, san Marco e san Giovanni Battista. Sulla parete destra del presbiterio sono ancora conservate due tavole tonde con le effigi della Vergine Annunziata e dell’Angelo annunziante, di scuola gaudenziana. Sul lato sinistro, invece, si apre un'ampia sacrestia ricca di arredi lignei e opere dei secoli XVI – XIX, tra le quali due tele del pittore olandese Giovanni Antonio de Grott (1702) raffiguranti san Rocco tra gli appestati e i Martiri nell'anfiteatro.

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