Civiasco
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kmq - Superficie Civiasco
metri - Altezza Civiasco
Maggio - Festa patr. San Gottardo

Territorio
Di Cerviascho si parla nei documenti sin dal 1217, anno del giuramento cittadinatico di Vercelli, ma era certamente un’area popolata in epoche più antiche. Civiasco sorge in una posizione particolarmente favorevole: sempre soleggiata, domina la valle del torrente Pascone e dal suo altipiano si raggiunge comodamente l’area del Cusio e del lago d’Orta. Il territorio poggia su una morena fangosa modellata dagli antichi ghiacciai che lambivano le pieghe della valle fino alla forra dell’oratorio di Loreto, nella confinante Roccapietra (frazione di Varallo).
Il paese conta tre frazioni: Piandellavalle, Campolungo, Machetto.
Civiasco fu quasi del tutto raso al suolo da uno spaventoso incendio nel 1779: il villaggio, a quel tempo, era rurale e le case poco più che cascine ricoperte da tetti in paglia; solo il munifico intervento di Carlo Emanuele III sistemò la situazione finanziando le coperture con le tegole e, al contempo, l’intraprendenza degli emigranti civiaschesi spinse ad una generale rivisitazione dell’estetica paesaggistica. Il risultato sarà un abbellimento di case e palazzi anche secondo uno stile ispano-moresco perfettamente inserito nel tessuto architettonico più tradizionale. Proprio la forte emigrazione porterà il paese verso un grande sviluppo edilizio: sarà il primo, dopo Varallo, a dotarsi della luce elettrica e del filo telefonico (1910) oltre che di svariati servizi all’avanguardia, inesistenti in altri paesi della valle, e tali da far definire Civiasco “graziosa, comoda e aristocratica” ai tanti avventori.
Da sempre la storia di Civiasco è in parte legata al territorio di Varallo, con il quale condivide una forte tradizione di passaggio di pellegrini e viandanti diretti o in arrivo dal lago d’Orta attraverso il passo della Colma. Inoltre Civiasco e Varallo, per un periodo, furono uniti in unico comune (1929 – 1947) finchè Civiasco tornò all'autonomia nel 1948.
Arte e cultura
È l’unico paese nel quale si possono osservare esempi di architettura ispano-moresca: infatti gli emigranti dal Settecento fecero fortuna in Spagna, dove si specializzarono nel settore alberghiero (Madrid, Barcellona, Saragozza) e riportarono nel paese d’origine uno stile costruttivo ispirato all'architettura araba. Arrivando in paese si nota l’oratorio dedicato a san Rocco (1624), l’elegante il palazzo comunale costruito nel 1853 e poi decorato nel 1897 e, in generale, un centro storico ingentilito dalla folta presenza di meridiane, decorazioni a trompe – l’oeil sui palazzi più antichi, oltre a lavatoi e fontane decorate o dipinte. A Civiasco fino alla metà del Novecento erano presenti scuole dell’infanzia, elementari e superiori definite “modello” nei documenti. Da non perdere il Museo Civico intitolato ad Ercole Durio. Si tratta di una variegata raccolta, realizzata dal benefattore Ercole Durio entro il 1906, di manufatti (stampe, quadri, tessuti, numismatica etc..) e reperti (animali imbalsamati, fossili, minerali etc..) oltre ad armi, arredi e ad un antico esemplare di abito tradizionale, sia maschile che femminile. Il Museo, pregevole esempio di collezionismo privato di gusto ottocentesco, si trova al secondo piano di uno splendido palazzo già seicentesco.
Nelle adiacenze del palazzo trova spazio la Biblioteca comunale, fornita di più di 1.200 volumi e un grande salone polivalente.
Civiasco si costituì in parrocchia autonoma solo nel 1600, dividendosi da Roccapietra. È a quel periodo che risale un primo ampliamento della chiesa parrocchiale, dedicata a san Gottardo, già presente nel Cinquecento e consacrata dal vescovo Carlo Bascapè nel 1599. La chiesa sorge proprio in centro al paese ed è una delle tante che si trovano disseminate sul territorio civiaschese, caratterizzate da linee semplici ed eleganti. Al suo interno, ridipinto nel corso del Novecento, conserva il corpo di san Benedetto martire e alcuni affreschi realizzati da Camillo Verno di Campertogno. Degni di nota sono anche l’oratorio di san Carlo (1640), in frazione Piandellavalle, affrescato da Antonio Orgiazzi il Vecchio; e la chiesa di Santa Maria dei Sette Dolori (1505/1711) in località Frassineto, appoggiata su uno sperone roccioso a picco sul torrente Pascone.
Galleria fotografica
Sport
Gli amanti del trekking percorrono spesso i sentieri che collegano Civiasco a Roccapietra (Cilimo) o alle vette circostanti come il Monte Briasco (m 1.185, sentiero 634/variante Alpe Vella sentiero 635 con partenza da Molino), il Monte Quarone (m 1.221, sentiero 637) e il passo della Colma (m 942, sentiero 644), che costituisce la via di secolare passaggio di pellegrini (tra i quali si ricorda san Carlo Borromeo nel 1584, pochi giorni prima della sua morte), pastori, commercianti e turisti. Gli amanti dell’arrampicata sportiva si possono mettere alla prova con la nuovissima “Ferrata della Falconera”, realizzata da alpinisti e soccorso alpino di Varallo in collaborazione con le Guide Alpine di Alagna. Si compone di due percorsi attrezzati: il Partusacc (percorso ad anello verso il Monte Tovo) e il Falconera, più impegnativo (da Civiasaco sentiero 636, da frazione Piandellavalle sentiero 636B). Sempre nell’area di frazione Piandellavalle c’è un parco attrezzato per praticare vari sport come calcio, pallavolo, tennis e un bocciodromo.
Curiosità
La produzione gastronomica tipica è quella dei Canestrini, dolcetti preparati e venduti soprattutto in occasione della Sagra dei Canestrini (15 agosto).

Da non perdere
CHIESA PARROCCHIALE DI SAN GOTTARDO
La chiesa principale è dedicata a san Gottardo, risale al XVII secolo e fu consacrata da monsignor Carlo Bescapè il 6 ottobre 1599
MUSEO ERCOLE DURIO
Allestito all'interno di un elegante palazzotto borghese, fu allestito nel 1903 per esporre le 9 collezioni realizzate dal benefattore civiaschese
IL SANTUARIO DELLA MADONNA DEI SETTE DOLORI
Si trova in località Frassineto, un luogo immerso nei boschi e affacciato su una antica mulattiera percorsa per secoli dai pellegrini e dai viandanti
LE BONTA' GASTRONOMICHE
Miele e canestrini: a Civiasco si possono trovare prodotti tradizionali d'eccellenza e uno dei dolci più conosciuti della Valsesia