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Approfondimento

Rossa si staccò dalla parrocchia di Boccioleto nel 1643, divenendo autonoma e dotandosi di una propria chiesa parrocchiale. Oggi la struttura della chiesa contraddistingue il profilo del centro abitato già mentre si risale la Valpiccola. La chiesa attuale, dedicata a Maria Vergine Assunta, fu riedificata in forme maestose nel corso del XIX secolo per sostituire la chiesa precedente. I lavori furono seguiti dall'architetto Luca Ranieri, nativo di Rossa ma molto conosciuto a Lione, tra il 1807 e il 1811. Anche le opere interne sono per lo più di fattura ottocentesca: così è per il coro ligneo posizionato nel presbiterio, il pulpito, l'ancona nella cappella della Madonna del Rosario (1835) dove si osservano i dipinti più antichi (una Natività e i santi Sebastiano e Fabiano), la grande tela dell'Assunta (Francesco Ranieri, 1836) che domina l'altare maggiore. Gli affreschi della navata e delle cappelle laterali sono stati realizzati da Giuseppe Dedominici e da Antonio Tosi – Deregis per le figure dei quattro Evangelisti. L’organo è del 1905

.

Nell'elegante portico esterno si trova l’affresco raffigurante l’Assunta realizzato sempre nell’Ottocento da Giovanni Avondo. Una menzione a parte merita il crocefisso ligneo, risalente al Quattrocento, oggi posizionato sull'altare maggiore: i documenti  riportano che esso in origine fosse collocato nella chiesa di san Giovanni Battista il Vecchio (frazione Piana) e venisse pregato dalla popolazione quando era necessario un cambiamento delle condizioni meteo per avere pioggia in caso di siccità o sole in caso di stagione particolarmente piovosa. Contemporaneo al Crocifisso erano due sculture lignee rappresentanti una Vergine dormiente e una donna dormiente, entrambe attribuite ad un ignoto “scultore del Sacro Monte di Varallo” e risalenti al 1480-90, oggi forse custodite nel Museo Diocesano di Novara. Con ogni probabilità erano parte dell’arredo ligneo della chiesa precedente a quella odierna, definita “di mediocre grandezza” nella visita pastorale di monsignor Cesare Speciano nel 1590, ma provvista di “un bel simulacro della Santa Vergine per Icona e belle figure di angeli”. È sopravvissuta, invece, la figura di Vergine all'interno di un nimbo raggiato, opera in legno scolpito, dorato e dipinto risalente alla prima metà del Seicento: era certamente parte di un altare maggiore al quale doveva appartenere anche la Vergine dormiente già descritta. Nel complesso, quindi, gli studiosi tendono ad affermare che nella sua conformazione originaria questo gruppo scultoreo si ricollegava, stilisticamente e iconograficamente, al gruppo ligneo della Vergine dormiente, circondata dagli Apostoli e sovrastata dall'Assunta tra cherubini, presente nell'antica basilica del Sacro Monte di Varallo (della quale resta solo la Vergine dormiente attuale). Rimane invece sconosciuta la preparazione e la destinazione della seconda figura femminile dormiente. All'esterno si trova la grande torre campanaria, alta circa trenta metri, completa di un orologio (1847) e adorna di una meridiana rivolta a sud.

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