Chiesa di Santa Marta
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Approfondimento
La chiesa comunemente conosciuta con la dedicazione a santa Marta si trova in uno dei punti strategici più importanti dell’antico Borgofranco: a ridosso delle mura antiche, nell’area della fune e della barca usati, nel tempo, per attraversare il fiume.
Si tratta di una chiesa molto antica, sicuramente in loco entro il 1247, anno della fondazione del Borgofranco di Seso. Originariamente era dedicata a santa Maria e , anche oggi, è possibile riscontrare la venerazione alla Vergine grazie alle opere interne; solo dopo il 1590, con l’avvento della Confraternita dei santi Bernardino e Marta, a poco a poco la chiesa acquisirà la nuova denominazione popolare. A sua volta la Confraternita sarà reintitolata, in seguito, al Santissimo Sacramento.
Arrivano proprio dalla chiesa di santa Marta alcuni preziosi antifonari miniati risalenti al Trecento, conservati oggi negli archivi diocesani di Novara. Storicamente la chiesa è legata alla famiglia dei Borgognoni, composta di ricchi possidenti molto influenti attivi nella fondazione del primo ospedale cittadino. A livello architettonico i rimaneggiamenti intervenuti nel corso dei secoli hanno otturato l’aspetto originario della chiesa: oggi si osserva un edificio pressoché seicentesco, con decorazioni e modifiche settecentesche e restauri ottocenteschi. La torre campanaria possiede ancora le bifore su ogni lato.
All'esterno si osserva una sobria facciata liscia a capanna, ritmata da due coppie di finestrelle, ovali in alto, quadrate in basso, e una trifora al centro del timpano. La copertura a falda si è mantenuta solo esteriormente perché all’interno, nel corso del Seicento, si è proceduto alla realizzazione delle attuali volte a crociera. Sopra al portone d’ingresso appare l’affresco della Vergine delle Grazie che apre il mantello per ospitare i membri della Confraternita dei santi Bernardino e Marta, il cui stemma è dipinto al centro della cornice intorno all’immagine. Sul fianco sinistro si nota un ingresso laterale e un affresco, raffigurante sant’Anna metterza, ovvero le tre generazioni con Gesù bambino, Maria e Anna, madre di Maria. Sostando da questo lato si apprezza la suddivisione della navata interna in tre campate mentre il quarto modulo architettonico, provvisto di ingresso, è un corpo di fabbrica collegato all’area presbiteriale interna alla chiesa nella quale si svolgevano le attività della Confraternita.
All'interno la chiesa è scandita in tre navate da due file di colonne e arconi culminanti in tre absidi: quello centrale, dove è collocato l’altare maggiore dietro al quale si può accedere ad uno spazioso vano e alla sacrestia; e quelli laterali trasformate in cappelle. Tutta la zona presbiteriale e le cappelle sono divise dalla navata da splendide cancellate in ferro battuto e dipinto, proprio come si usava comunemente fino all’Ottocento. Dal fianco sinistro si osservano i bei quadri dipinti con le stazioni della Via Crucis, donate nel 1709 dalla famiglia Perdomi; una grande tela raffigurante la Presentazione di Maria al Tempio, seicentesca, d’ignoto autore; e un bellissimo affresco raffigurante la Beata Pancea, probabilmente parte di un pilone votivo inglobato nel fianco della chiesa.
La navatella sinistra si conclude con la cappella dedicata all’infanzia di Maria: sull’altar maggiore, adorno di una pala lignea scolpita, dorata e dipinta, si osserva la grande tela dipinta con la Natività di Maria; sotto l’altare sta una piccola culla con la neonata; a destra una tela dipinta con la raffigurazione dell’Annunciazione e, a sinistra, una tela dipinta con il Primo sogno di Giuseppe – molto famoso perché la Vergine appare con delle trine di Puncetto nel vestito. Nel fianco destro sta la bellissima cappella, oggi in stile neoclassico, dedicata a santa Rita, quasi una piccola chiesa nella chiesa. Originariamente la cappella era destinata alla Confraternita della Santissima Trinità. Sull’altar maggiore compare la grande tela raffigurante l’Assunzione della Vergine tra angeli, nubi e membri della Confraternita (contraddistinti dal tipico abito e il simbolo della croce rossa e blu), san Carlo con gli schiavi. A sinistra della cappella sta un dipinto che rappresenta re Davide nel giorno della conversione chiamato dal profeta Samuele; e, destra, si trova la tela raffigurante la Morte della Vergine. Nella cappella absidale destra, dedicata al Cristo morto, si trova un altare con una pala lignea scolpita, dorata e dipinta, corrispettiva a quella sinistra, con la grande tela dipinta raffigurante san Sebastiano con i membri della Confraternita; a destra la tela dipinta con la Fuga in Egitto e, a sinistra, san Gerolamo. Sotto l’altare è posta l’urna con il Cristo morto.
La navata centrale conduce ad un coro molto ricco: al centro campeggia uno splendido altare sopra il quale sta una nicchia contenente la scultura ottocentesca dell’Immacolata Concezione. Nel Seicento al posto di questa stava una scultura in legno con abito di stoffa, poi trasferita in chiesa parrocchiale. Sulla destra e sulla sinistra della nicchia sono posizionate due statuette in legno dipinto e dorato raffiguranti santa Marta e san Bernardino. A sinistra dell’altare sta il dipinto dell’Adorazione dei Magi, a destra lo Sposalizio di Maria e Giuseppe. Nella volta centrale campeggia l’Assunzione di Maria. Alle spalle dell’altare è conservato un grandioso Gonfalone di Borgosesia: si tratta di un manufatto unico quanto antico, in tela dipinta e ricamata, insieme al quale è conservato l’elenco dei nomi dei Confratelli.
La decorazione più spettacolare è, certamente, quella delle navate: furono affidate ad Antonio Orgiazzi il Vecchio che le dipinge nel Settecento con motivi tipicamente rocaille, ariosi e colorati. In origine le colonne della navata erano in pietra, solo successivamente furono dipinte. In controfacciata si trovano la cantoria in legno e l’organo, sinfonico bandistico, realizzato nella seconda metà dell’Ottocento da Scolari. Molto eleganti le sedute per i fedeli in navata.