Search
Invalsesia Breia

Approfondimento

Sul luogo dell’attuale chiesa parrocchiale, ormai settecentesca, esisteva un’antica cappella dedicata a san Giovanni Battista e risalente al XII secolo. Nel corso del Cinquecento fu rimaneggiata e ampliata, staccandosi dalla parrocchia di san Giovanni al monte di Quarona e diventando autonoma nel 1599. La tradizione riporta che, a ricordo dell’avvenimento e della posa della croce sopra la torre campanaria della chiesa, venne inserito il motto “crux in summitate posita” (presente anche in una lastra incisa alla base del campanile) sullo stemma comunale. A quello stesso anno risale un altorilievo lapideo che rappresenta la Madonna con il Bambino opera, pare, di un artista di origine Walser che marchiò l’esecuzione con il proprio hunszaike (stemma), una sorta di omino stilizzato.

La snella fisionomia della chiesa si accompagna al suo alto campanile (35 metri), costruito nel 1639 grazie alle donazioni degli abitanti di Breia e della vicina Agarla. Il concerto campanario conserva ancora una campana fusa nel 1645. L’area esterna attigua fungeva, come di consueto, da cimitero finchè venne trasferito, verso la metà del Settecento, in un’altra area decorata dai fratelli Avondo.

Nuovi lavori di innalzamento intervennero nella seconda metà del Settecento, quando Lorenzo Peracino dipinse l’elegante porticato esterno (architetture in stile rococò, nell’innesto dei pennacchi della volta centrale quattro allegorie femminili che rappresentano le Virtù Cardinali, sopra la porta d’ingresso la Decollazione di san Giovanni Battista; due medaglioni laterali con san Grato e san Lorenzo) oltre alle 14 stazioni della Via Crucis, di cui quattro scene appaiono proprio nella facciata della chiesa: per quest’opera, in particolare, il Peracino fu ripagato con la costruzione della sua casa, in località Bosco.


Gli affreschi più notevoli dell'interno sono sempre eseguiti dal maestro Peracino. Nel 1761 egli dipinge nella volta del presbiterio la Gloria di san Giovanni Battista, affiancato dal Redentore, realizzata con un notevole effetto prospettico.

Nel 1773, invece, dipinge la cappella dedicata a sant'Eurosia di Jaca nel braccio destro del breve transetto. Quella di sant'Eurosia è una presenza unica e singolare ma che non stupisce, dal momento che nella chiesa di san Jaccu Pittu si trova il richiamo ad un episodio della vita di san Giacomo avvenuto in Spagna. Si tratta di una giovane nata e vissuta in Boemia ma martirizzata dai saraceni sui Pirenei spagnoli. Probabilmente il suo culto è giunto in Valsesia attraverso i migranti o le soldatesche. Sant'Eurosia di Jaca è venerata come protettrice dei campi da tempeste, fulmini, grandinate soprattutto nelle zone collinari vinicole.

0
Vicino

Il tuo carrello

error: I contenuti del sito sono protetti. © Invalsesia.it