Search

Chiesa della Madonna “del Gabbio”

Invalsesia Carcoforo

Approfondimento

La tradizione popolare tramanda una leggenda particolare che ricorda la costruzione di questa chiesetta. Si dice, infatti, che "i pastori dell'Egua, a Piana "Bondeu" un poco prima del colle dell'Egua, trovarono una Madonnina e decisero di portarla a valle in un sacco. Giunti a Carcoforo, in località Gabbio, deposero il sacco per un attimo di riposo ma, al momento di riprendere il cammino, il sacco divenne così pesante da non riuscire più a sollevarlo nonostante ripetuti tentativi. I pastori, con la saggezza delle genti di montagna, decisero allora di costruire sul luogo una piccola cappella ed ivi deposero la Madonna. L'alluvione del 1700 causò ingenti danni ed anche la cappella fu interamente distrutta dalla forza delle acque. Rimase miracolosamente al suo posto la Madonna. I carcoforesi allora le dedicarono una piccola ma preziosa Chiesa, un po' più arretrata rispetto al torrente, ma sempre nello stesso luogo". La definizione di Madonna "del Gabbio" individua in modo preciso l'area esterna al villaggio nel quale viene costruita la chiesa: si tratta, infatti, di un'area deputata al pascolo o al prato; e proprio le aree marginali sono, sovente, quelle nelle quali si tramanda la fondazione di un luogo di culto a seguito di un episodio miracoloso. Nel caso della chiesa carcoforese, la ricostruzione settecentesca si deve, in  particolare, ad Emiliano Agnesetti.


Le fonti attestano la presenza di una cappella nell'area del Gabbio almeno a partire dal 1569. Verso la metà del XVIII secolo la comunità decise di ampliare l'edificio (gli studiosi suggeriscono che l'esempio venne dagli ampliamenti sulla chiesa parrocchiale operati nella vicina comunità di Bannio, in Valle Anzasca, con la quale i carcoforesi erano in contatto) che venne terminato nel 1744; nel decennio seguente, la campagna pittorica degli spazi interni ed esterni venne affidata ad Antonio Orgiazzi "il Vecchio" che eseguì decorazioni in stile rocaille con quadrature architettoniche, fiori e figure della Vergine. Nel 1755 le intense piogge causarono un'alluvione e alcune frane: la chiesa del Gabbio venne distrutta. La tradizione popolare, ancora una volta, riporta delle storie pittoresche: la presenza di tre streghe, una donna che vide l'icona della Madonna, piangente, intatta tra le macerie. La chiesa venne risistemata entro il 1758. Antonio Orgiazzi lavorò sugli affreschi della chiesa sia prima dell'alluvione del 1755 che dopo la ricostruzione. All'interno la chiesa si presenta con una navata unica e abside voltata; l'altare maggiore, in legno e stucco, fu realizzato da Giovanni Antonini (1829); sul lato destro erano sistemati gli ex voto, all'interno di una nicchia ora vuota; in controfacciata trovò posto l'organo completo di cantoria in legno dipinto. La facciata esterna è elegantemente dipinta con l'immagine della Vergine con il Bambino e, in una lunetta, si trova l'episodio del "Miracolo della Neve".

0
Vicino

Il tuo carrello

error: I contenuti del sito sono protetti. © Invalsesia.it