Casa Museo Cesare Scaglia a Varallo
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Approfondimento
In piazza san Carlo si trova un piccolo museo molto particolare: si tratta della Casa Museo Cesare Scaglia, un'esposizione allestita all'interno dei locali utilizzati come laboratorio da uno dei pittori più celebri della Valsesia.
Cesare Scaglia (1866 – 1944) veniva definito dai suoi contemporanei d’inizio Novecento il pittore dell’aria libera. E' un artista introspettivo, forte e sensibile al tempo stesso, che attraverso il pennello esprime una pittura di tecnica ma, soprattutto, di passione. L'attenzione è tutta rivolta alle sfumature dei colori a olio o dei pastelli fino ad ottenere una resa perfetta dei giochi di luce naturali, al punto che ogni paesaggio pare una fotografia. Abituato a lavorare a diretto contatto con la natura e tra le "sue" montagne, Scaglia spesso monta il cavalletto direttamente nel posto che ispira il suo lavoro, e lo ritrae realizzando grandi sinfonie visive e tattili. Celebri sono i suoi ritratti e gli scorci architettonici. Figlio di una contadina e di un gessatore migrato in Francia, dopo i primi studi nella Scuola di Disegno di Varallo si perfezionò all’Accademia Albertina, tornando in seguito come insegnante nella scuola varallese nella quale aveva mosso i primi passi. Tra le tante attività seguite ce ne furono alcune particolarmente importanti, come la direzione del Sacro Monte, l'impegno da Sindaco di Roccapietra (a quei tempi comune autonomo, oggi frazione di Varallo) e, nel 1922, l'attività nel CAI. Dalle nozze con Margherita Bussone, appartenente ad una delle più facoltose famiglie di Varallo, nasceranno tre figli: Aida, Eraldo e Elena. Sarà Aida, la figlia primogenita, a celebrare la figura umana e artistica del padre attraverso la Casa Museo. La ragazza, alla morte di Cesare, decise di istituire un ritrovo - quasi un Caffè lettarerario - in ricordo del padre proprio nei locali del laboratorio dove il pittore lavorava. Si tratta, quindi, di una tipologia del tutto nuova e umanamente diversa per intendere il “museo” grazie al quale si può vivere la bellezza della Valsesia intera attraverso le opere dell’artista, che colpiscono per la grande sensibilità con cui ritrae i paesaggi e le cose quotidiane della sua terra. Secondo le volontà testamentarie di Aida il piccolo museo fu in seguito lasciato al Comune che, dopo anni di abbandono, riuscì a riaprirlo nel 2005 offrendo alla Città la possibilità di far rivivere una parte importantissima del proprio patrimonio.

Dettagli
Su prenotazione
sabato e domenica 15.00 - 18.00
Info Tel. +39 0163.562712
TARIFFE - intero € 1,00 a persona