Carcoforo
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kmq - Superficie
metri - Altezza
Dicembre - Festa patronale

Territorio
Di un Alpe Carchoffeni si parla nei documenti a partire dal 1383, periodo nel quale era in corso la colonizzazione delle genti Walser nelle terre valsesiane del versante sud del Monte Rosa. Le tipiche case in legno e pietra raccontano delle origini di Carcoforo che si possono ancora osservare nei crocicchi delle vie del piccolo centro abitato. Purtroppo alcune calamità naturali, come la grande alluvione del 1775 o l’incendio del 1863, hanno in parte disperso il patrimonio architettonico più antico. Il paese, uno dei più piccoli della Valsesia per numero di abitanti, è attraversato dal torrente Egua che si unisce al torrente Sermenza all'altezza di Rimasco. Il territorio di Carcoforo è tutelato per una porzione dal Parco Naturale Alta Valsesia. E' abbracciato da lussureggianti pascoli e boschi di larice, e rimane incastonato tra panoramiche cime montuose. Tra le più note: Pizzo Quarazzolo (2.802 m) e Pizzo Montevecchio (2.789 m) che si dispongono quasi a semicerchio e confinano con Fobello (est), Rima (ovest) e Macugnaga (nord). Carcoforo è una delle tappe della Grande Traversata delle Alpi (GTA) e del Grande Sentiero Walser.
Arte e cultura
Il villaggio di Carcoforo si caratterizza per uno stile architettonico tipicamente alpino. Il centro abitato è decorato in ogni dove di eleganti meridiane, piccoli affreschi – come quello di Casa Cantore, realizzato da Eugenio Rappa. Si possono osservare bellissime quanto rare torbe, edifici rurali d'epoca tardo medievale. A Carcoforo si conservano alcuni edifici religiosi di grande interesse artistico come la chiesa della Madonna del Gabbio, le cui linee armoniche e semplici accolgono i visitatori all'ingresso del paese. Edificata in origine come piccola cappella votiva sul luogo del miracoloso trasporto di una statua raffigurante la Vergine, fu quasi totalmente distrutta da una alluvione nel Settecento ma, come vuole la tradizione, la statua rimase al suo posto e diede ai carcoforesi il motivo per la costruzione di una vera e propria chiesa. All’interno e all'esterno si conservano splendidi affreschi di Antonio Orgiazzi il Vecchio. Entrando nel paese si passa attraverso l’Arco della Buona Accoglienza eretto nel 1734 sulla vecchia mulattiera, e si raggiunge la chiesa parrocchiale di Santa Croce. La chiesa venne consacrata nel 1618 dopo una serie di campagne di ampliamento. Al suo interno trovano posto un'ancona lignea dorata d’epoca barocca realizzata da un ignoto scultore valsesiano, i quadri delle stazioni della Via Crucis realizzati nel Settecento da Lorenzo Peracino, oltre ad un dipinto di A. Avondo in una delle cappelle laterali. L’organo è del 1841 ed è opera del famoso organaro di Sabbia Bartolomeo Gippa: la storia narra che questo organo fu posizionato in chiesa grazie alle donne del paese che lo trasportarono in spalla da Boccioleto per poi essere ricompensate con “una scioppa di vino”, così come si legge nei registri della chiesa. In frazione Tetto Minocco si trova il Museo Naturalistico del Parco Naturale Alta Valsesia allestito all'interno di una casa Walser restaurata. Il Museo, nelle sale espositive, è dotato di pannelli descrittivi e spazi multimediali completi di laboratorio didattico interattivo dove approfondire le tematiche legate all’ambiente e alla cultura locali. Recentemente è stata approntata anche una sala sensoriale adatta ai visitatori non vedenti.
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Sport
Grazie alla sua conformazione ambientale, il paese offre un reticolato di sentieri adatti a tutte le attività montane, dal trekking in estate alle ciaspole e sci alpinismo in inverno. Molto amata è la pesca sportiva, praticata nella zona del torrente Sermenza dove si trova una riserva di circa 3 chilometri. I cultori dell’arrampicata sportiva possono praticare sulla falesia denominata “Ai Salée”, sulla quale sono state tracciate alcune vie non difficili.
Curiosità
Nel 1991 Carcoforo è stato eletto “villaggio ideale d’Italia” dalla rivista Airone. Quasi tutti i paesi della Valsesia conservano il proprio abito tradizionale. Ogni comunità ha creato un abito che si contraddistingue per alcune particolarità come i colori, le forme delle camicie, il modo di portare grembiuli, fiocchi e ornamenti, l’abbinamento con calzature, acconciature e gioielli, la denominazione dei vari pezzi che ne fanno parte; essi comunicano distinzioni di status e di censo. Nel caso di Carcoforo, l’abito tradizionale si contraddistingue da quelli degli altri paesi della valle per il suo “ligam” (o “stroppa”) il caratteristico nastro di lana o seta multicolore che viene indossato annodato sul davanti con un grande fiocco.
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Da non perdere
La Chiesa parrocchiale di Santa Croce venne consacrata nelle forme attuali nel 1618
MUSEO NATURALISTICO
Si trova all’interno di una bellissima casa Walser ed è dotato di pannelli descrittivi e spazi multimediali
CHIESETTA DELLA MADONNA DEL GABBIO
Decorata con gli affreschi settecenteschi di Antonio Orgiazzi "il Vecchio"
TORBE
Edifici rurali tardomedievali che risalgono al periodo di fondazione dell’insediamento