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Approfondimento

La figura del santo eremita Euseo merita uno spazio speciale nella disamina delle bellezze culturali e artistiche di Serravalle anche perché, purtroppo, quel poco di storia che si conosce non è diffusa fuori dell’ambito locale.

Il primo storico a parlare di Euseo è Vercellino Bellini (1578 - 1648), attivo tre secoli dopo la morte del santo. Il Bellini apparteneva ad una storica famiglia nobile serravallese e, per ragioni matrimoniali e lavorative, si trasferisce a Vercelli dove, per almeno cinquant'anni, è Cancelliere del vescovado. Le poche informazioni raccolte dallo studioso si basano sulle tradizioni orali e qualche raro documento, in seguito perduto.

Sant'Euseo viveva da eremita a Serravalle facendo il calzolaio (XI secolo). Non si conosce né un anno di nascita né se fosse originario di Serravalle, solo che qui visse e morì. Il suo piccolo romitorio stava poco distante dalla chiesa di san Martino. Le agiografie non riportano nessun miracolo da lui compiuto, in vita o in morte. Dal Seicento si diffonde l’immagine di lui intento ad aggiustare scarpe e la devozione nei suoi confronti si sviluppa per via della sua esemplare condotta eremitica e penitente.

L’unico evento dai contorni miracolosi è riportato dalla tradizione e riguarda il momento della sua morte, la cui scoperta avvenne quasi per caso: l’ultimo giorno di carnevale, in pieno inverno, alcuni ragazzi scorsero tre alti gigli spuntare dalla grotticella in cui viveva l’uomo. Avvicinandosi lo trovano morto in posizione di preghiera davanti al Crocifisso. Il corteo funebre s’appresta a celebrare per Eusebio solenni cerimonie, trasportandolo verso la chiesa di San Martino. Tuttavia, per due volte, il corpo torna miracolosamente nella grotta. In quel luogo si decise di costruire la prima cappella; successivamente, inizierà l’erezione del santuario. Papa Urbano VIII lo santifica nel 1625.

La ricorrenza di sant'Euseo si celebra il 15 febbraio.

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